descrizione itinerario
20-21 Settembre 2012 - sentiero Benini (Gruppo del Brenta)
Abbiamo fatto due giorni sul Gruppo del Brenta, con pernottamento al Rifugio Tuckett, per Roberto è stata la prima volta che ha visitato queste montagne.
Dopo che siamo saliti al rifugio Stoppani con la gabinovia, ci siamo diretti verso il Passo del Grostè, per iniziare il percorso del sentiero Benini o n. 305, che è il proseguo delle Bocchette Alte, direzione da sud verso nord.
Inizialmente non riuscivamo a vedere dove inizia il sentiero, anche se la direzione presa, prima o poi ti porta di sicuro al percorso.
Il punto esatto per incontrarlo è salire in direzione sud verso la fine dell'impianto di risalita, dopo una trentina di metri si arriva ad un capanno di legno, dietro al quale, in basso, è posizionato il palo con la segnaletica, che si vede solo quando si arriva li vicino (potevano metterlo anche in un punto più visibile).
Il sentiero non è male e dopo qualche sali e scendi si arriva ad un bivio. Prendendo a sinistra inizia il percorso vero e proprio.
Si inizia a salire su vari gradoni fino ad arrivare alla base del Grostè dove è posto il cartello di inizio ferrata con obbligo di indossare l'imbrago.
Indossata l'attrezzatura, iniziamo la salita, e il sentiero si presenta ghiaioso e abbastanza largo (tanto che non percepisci la sensazione che alla tua sinistra c'è il vuoto), per non aver problemi, o cammini guardando dove metti i piedi, o ti fermi ed ammiri il maestoso panorama, (sia mentre si sale, che quando si scende per il sentiero Dallagiacoma).
Quando il sentiero svolta a destra nella parte sud del Grostè, il panorama è sbalorditivo, si vedono le impressionanti pareti verticali del Campanile dei Camosci e di Cima Falkner. Queste due sono attraversate in salita dal sentiero Benini, ma come dicevo prima, fa più impressione vedere dove passa il sentiero che percorrerlo, e nei brevi tratti più esposti, si trova un cordino di cortesia (perciò nessun problema).
Arrivati nella parte sud di Cima Falkner ci si trova sul punto più alto del sentiero 2900 m., la sensazione è, che proseguendo cominci la discesa verso il Rifugio Tuckett, invece inizia la calata per una facile via ferrata, che ti porta alla base est del Campanile di Valesinella e poi proseguendo si arriva alla Bocca di Valesinella.
In questo punto guardando verso est si vede tutta la Val delle Seghe, con a sinistra la cima del Coz dell'Altissimo ed in fondo il Lago di Molveno, guardando verso ovest, vedi tutto l'anfiteatro della Vedretta di Valesinella Superiore (che però è senza ghiaccio), e verso il basso, in fondo, il Castelletto Superiore e il Castelletto Inferiore, e a sinistra a una cinquantina di metri la Cima Sella. Pensavo che si vedesse anche la Bocca di Tuckett, ma per scorgerla bisogna scendere fino al bivio da dove inizia il sentiero Dallagiacoma e li prendere a sinistra.
Nello scendere verso il bivio sopra descritto, siamo stati protagonisti di un soccorso alpino, ossia: abbiamo raggiunto un gruppo di tedeschi, uno di questi stava parlando al cellulare e vedendoci arrivare ci ha chiesto se siamo italiani, alla risposta affermativa ci ha passato il telefono, perchè non riusciva a farsi capire dal soccorso alpino. Uno di loro si era fatto male ad una gamba (che in seguito risulterà rotta), al che io ho dato le coordinate esatte e dopo pochi minuti è arrivato l'elicottero del soccorso alpino.
Dopo questo evento abbiamo proseguito la nostra discesa e arrivati al bivio (dopo aver fatto una deviazione a sinistra per fotografare la Bocca di Tuchett), abbiamo girato a destra per iniziare il sentiero Dallagiacoma o n. 315, il quale non presenta nessuna difficoltà. Solo nella parte più ripida è servito con corde di cortesia oppure qualche metro di ferrata che agevola molto la discesa.
Per fare questo percorso la segnaletica indica quattro ore. Ma noi siamo arrivati al Rifugio Tuckett verso sera, quindi abbiamo impiegato più di sette ore, non per difficoltà ma per due ottime considerazioni:
la prima, è che avevamo tutta la giornata a disposizione, e quindi non aveva senso arrivare presto al rifugio per aspettare la sera. Visto che per noi era la prima volta che facevamo questo percorso, abbiamo voluto goderlo al massimo;
la seconda, una giornata così splendida e limpida, sul Brenta non capita tutti i giorni.
Infatti il giorno dopo usciti dal rifugio, ci siamo trovati immersi nella nebbia, con visibilità molto scarsa e non rimaneva altro che incamminarsi sul sentiero n. 316 in direzione del Rifugio Stoppani.
Dopo circa due ore, a 2400 m.c.a., siamo usciti dalla nebbia, ed è stato davvero entusiasmante vedere tutto questo mare bianco proprio a livello degli occhi. Le panoramiche fatte da Roberto ne sono la testimonianza.
Il programma prevedeva di arrivare alla gabinovia, scendere al parcheggio e con l'auto risalire sul versante opposto per pranzare a Malga Ritort ed in seguito far vedere e spiegare a Roberto tutto il Gruppo del Brenta.
Purtroppo sotto i 2400 m . era nuvoloso e il programma di conseguenza è cambiato.
Visto che al Rifugio Soppani ed al Passo del Grostè la giornata era ottima, abbiamo deciso di rimanere li fino all'ora di scendere al parcheggio.
Tempo di percorrenza complessiva : ore 11. Dislivello 900 m.
percorso : Passo del Crostè - sent. Benini o 305 - Bocca di Valesinella - sent. Dallagiacoma - Rifugio Tuckett - sent. 316 - Passo del Grostè
Mappa del percorso:
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